Quattro studenti dell’Associazione dei Medici Cristiani in Inghilterra raccontano le loro storie.
… a soffrire di una malattia mentale
Al secondo anno di università sono stato male, soffrendo di ansia e depressione. Agli occhi degli altri stavo bene ma dentro mi sentivo terribilmente solo e provavo vergogna. Nonostante le cure e il sostegno ricevuti le cose peggiorarono progressivamente e rischiai di essere ricoverato due settimane prima degli esami di fine anno. È stato un momento difficile della mia vita, dal momento che iniziai a credere erroneamente che “se mi fossi fidato di più di Dio non mi sarei sentito cosi”.
Ma questo non era assolutamente vero! Nei momenti più bui, quando facevo fatica a trascinarmi attraverso un altro giorno, dovevo solo aggrapparmi alla verità che il Signore non mi avrebbe mai lasciato o abbandonato. Se ora guardo indietro capisco che proprio quando mi sentivo più solo il Signore mi stava sempre più vicino, anche se non lo percepivo. Avevo deciso, contrariamente a quanto mi era stato consigliato, di sostenere gli esami senza aver ripassato tanto e aspettandomi di doverli ridare. Ciò nonostante, il Signore è stato generoso con me, mostrandomi di nuovo che Lui è più grande di tutto ciò che affrontiamo. Una malattia mentale può far paura, emarginare ed essere difficile da spiegare ma non si è da soli.
Studente al terzo anno di Medicina all’Università di Edimburgo
… a non passare un esame
Al secondo anno di studi non ho passato gli esami in tutti e due i semestri. È stato un insieme di preparazione insufficiente e circostanze non favorevoli. È stata un’esperienza molto stressante. Ho chiesto al Signore di darmi l’etica del lavoro e la motivazione necessaria per continuare a studiare per poterli superare. Gli ho anche chiesto di darmi la calma e allontanare da me l’ansia quando iniziavo a sentirmi teso e preoccupato.
So che Dio ha un piano per la mia vita e so che mi aiuterà a realizzarlo ma so anche che non sarà sempre facile. Dal momento in cui ho deciso di studiare Medicina ho sempre saputo che era quello che Dio voleva per me. Sapevo anche che se avessi fatto degli errori e fallito il Signore non mi avrebbe abbandonato; avrebbe provveduto una via per continuare medicina oppure mi avrebbe fatto conoscere gli altri Suoi piani per la mia vita. Questa fiducia nella Sua potenza e volontà mi ha più e più volte sostenuto nei momenti di grande tensione.
Con diligenza, determinazione e fiducia nel Signore sono riuscito a ridare gli esami e ottenere dei buoni voti. Essere bocciati ad un esame non è la fine del mondo. Ci si può riprendere da questa esperienza; se il Signore vuole che tu faccia qualcosa di specifico ti aiuterà ad arrivarci, a portare i tuoi pesi, siano essi lo stress, le preoccupazioni o qualsiasi altra cosa.
Studente al quarto anno di Medicina all’Università di Manchester
… a sentirsi depresso
Dopo aver trascorso i primi due anni in biblioteca, il terzo anno si è presentato con delle sfide ben specifiche. Doversi svegliare al mattino presto, visitare pazienti tutto il giorno, sentirsi sotto pressione dai medici ospedalieri che sfidavano le mie conoscenze mediche mi comportò, già alla fine del primo semestre, un crollo dell’autostima ad un livello critico e anche le relazioni con i miei amici ne risentirono. Smisi di fare ciò che mi piaceva e dormire diventò una lotta. Dopo aver fallito per due settimane nell’affrontare la situazione toccai il fondo del mio viaggio nel mondo della medicina e pensai di mettere fine a tutto. Compresi di aver bisogno di aiuto e di parlare con qualcuno prima che le cose precipitassero. Mi confidai con mia mamma e mia sorella e fu la migliore decisione che potessi prendere perché pregarono con me, mi ricordarono quanto fossero fiere di me e mi incoraggiarono a riscoprire la mia passione per la medicina. Anche se alcune delle mie attività ne hanno risentito posso testimoniare la fedeltà di Dio in tutto il mio percorso e adesso sto molto meglio grazie al sostegno e alle preghiere degli amici e della famiglia.
Studente al quarto anno di Medicina all’Università di Leeds
… ad aver fallito nel seguire Gesù
Consideravo l’università il tempo giusto per uscire allo scoperto come credente maturo: essendomi ben inserito nella nuova chiesa, mi impegnavo a spiegare il vangelo agli amici non credenti e cercavo di imparare a vivere tutta la mia vita per Lui. In realtà, avevo paura, vivevo in modo peccaminoso e sentivo che seguire Gesù richiedeva moltissimo. Mentre leggevo il Vangelo di Marco compresi di vergognarmi spesso delle parole di Gesù; preferivo sembrare forte anziché servire e preferivo non soffrire per Lui. Il Vangelo di Marco mi rivelò che volevo preservare la mia vita invece di osservare i comandamenti di Gesù. L’unica soluzione era di considerare la morte di Gesù sulla croce come il riscatto di cui avevo così tanto bisogno per seguirlo.
Studente al quarto anno di Medicina all’Università Barts and the London Medical School
Articolo originale: https://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=27025
Traduzione a cura di Victoria Svet