Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa. Atti 12:5
Mettiti nella posizione di Pietro. Le cose sembravano disperate. Giacomo, suo amico e collega pescatore era stato ucciso da Erode e gli Ebrei ne erano contenti. Adesso Erode lo aveva preso. Quattro squadre di soldati lo sorvegliavano e di notte veniva incatenato da due di loro. Perché dovrebbe aspettarsi un destino migliore di quello di Giacomo? Si pentì, anche solo per un momento, della sua audace testimonianza di quei giorni impetuosi dopo la Pentecoste? Questa dovrebbe essere la fine.
Anche la Chiesa viveva una situazione impossibile. Avevano perso Giacomo, adesso stavano perdendo anche Pietro. Non sembrava esserci fine. Chi sarebbe stato il prossimo? Una dopo l’altra, le loro guide venivano portate via, come poteva sopravvivere la nascente chiesa indifesa? Le loro grandi speranze venivano infrante. Dovevano essersi sentiti veramente tristi.
Ma c’era una cosa significativa: “Fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa”. Mi chiedo per cosa abbiano pregato. Se fosse stato per il coraggio e la pace nel cuore di Pietro, la loro preghiera fu certamente esaudita. Dormiva così profondamente il giorno prima della sua esecuzione, nonostante il suo malessere fisico, che l’angelo dovette colpirlo per svegliarlo e anche allora era così stordito che gli eventi seguenti gli sembrarono irreali. (Ti sei mai sentito così quando ti hanno chiamato per un’emergenza nel cuore della notte?)
Se la loro preghiera fosse stata per il rilascio di Pietro dalla prigione, la loro fede non arrivò a tanto, soprattutto dal momento che il tempo era ormai quasi terminato. Il lettore non può fare a meno di sorridere all’umorismo dei versi 14 e 15; si può quasi sentire un membro della Chiesa rimproverare Rode per aver interrotto la preghiera per Pietro con uno scherzo di così cattivo gusto. Ma Dio rispose anche a quella preghiera diversamente da quanto immaginato.
A volte viviamo una situazione “impossibile”. Quanto importante consideriamo la preghiera nostra e degli altri? Preghiamo davvero per gli amici cristiani che affrontano problemi simili?
Anche se la nostra preghiera in alcuni casi è solo per abitudine, Dio la onora comunque generosamente e talvolta lo fa con grandi sorprese.
Signore, grazie per i momenti in cui pregare appare facile e naturale ma aiutami soprattutto a perseverare in quei momenti in cui i cieli sembrano di ottone, io mi sento come piombo e non riesco a vedere una via d’uscita.
Ulteriori letture: Atti 12: 1-17
Traduzione a cura di Gabriele Riccardo Lupica
Link originale: https://www.cmf.org.uk/doctors/devotion/?id=devotion&day=22&month=5