Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio. 1 Corinzi 10:31
Gli esami non mi sono mai piaciuti. Arrivavo sempre all’ultimo momento e me ne andavo in fretta appena possibile. Non simpatizzavo con chi affermava che gli esami fossero più faticosi per l’esaminatore che per gli studenti, ma dovetti diventare un esaminatore io stesso prima di imbattermi nelle due iniziali “DG” poste in alto sui fogli somministrati per lo scritto.
Cosa volevano dire quelle iniziali? Mi avevano lasciato perplesso. Dopo un po’ mi fu chiaro che era una sigla apposta dagli studenti cattolici. DG — Deo Gloria — alla gloria di Dio. Era una sfida. Mi trovavo davanti a un gruppo di persone disposte a far sapere che le loro risposte erano per la Gloria di Dio. Avrei voluto avere anch’io il coraggio e la consapevolezza di fare la stessa cosa quando ero studente. Per poter scrivere DG sul foglio di un esame scritto si deve essere sicuri che tutto il lavoro, difficile e necessario, sia stato fatto e dopo, quindi, si affidano le risposte in preghiera alla Gloria di Dio. Tutto ciò che facciamo dovrebbe essere DG. In tutta la nostra vita e non solo per gli esami. Sia se facciamo l’anamnesi di un paziente nell’ambulatorio, o visitiamo una signora anziana in reparto, o facciamo una flebo ad un neonato, oppure assistiamo un paziente psichiatrico, tutto dovrebbe essere fatto in un modo che onori Dio.
Mi piace il termine usato dall’apostolo Paolo per descrivere sé stesso: ambasciatore per Cristo (2 Corinzi 5:20). Potrebbe essere difficile considerarsi ambasciatori nel mezzo di un intervento ambulatoriale o alle 3 del mattino mentre esegui un intervento di appendicectomia o alle 13:45 mentre visiti ancora i pazienti del mattino in ambulatorio, però è quello che siamo. L’apostolo Paolo ricevette un compito estremamente insolito: era ambasciatore in catene in quanto prigioniero. Che situazione strana per un ambasciatore nominato dal Dio Altissimo! Probabilmente Paolo avrebbe voluto essere libero per predicare il Vangelo a Roma e altrove. Però Dio lo mise lì e le lettere che scrisse nel carcere romano furono di benedizione per molti e hanno sconvolto il mondo. Dio ci può usare per la sua gloria ovunque ci troviamo, se siamo fedeli e ubbidienti. I suoi ambasciatori occupano raramente posizioni elevate, spesso sono in posti non ambiti dal mondo, lavorano in orari che lasciano poco tempo per la vita sociale. Non ci stupiamo, quindi, se un cristiano si chiede se è nel posto giusto e sta facendo la cosa giusta! Probabilmente anche l’apostolo Paolo se lo chiese diverse volte! Il più grande scrittore che il mondo abbia mai conosciuto portava avanti il suo lavoro in catene, serviva in un luogo inadatto e in una situazione impossibile. Ma lo faceva alla gloria di Dio!
Signore, aiutami a non cadere mai nella trappola
di pensare che ‘l’erba sia più verde’
laddove non ci sono io,
o che ti potrei servire meglio
nelle circostanze di qualcun’altro,
o con i talenti e la personalità di un altro.
Concedimi in questo giorno di portare gloria al tuo nome
facendo il mio meglio per amore di te, così come sono e dove mi trovo.
Altri riferimenti: Matteo 5:13-16, 2 Corinzi 3:1-6.
Link originale: https://www.cmf.org.uk/doctors/devotion/?id=devotion&day=6&month=5
Traduzione a cura di Victoria Svet