La compassione e la resilienza sono due compagne piuttosto strane. Non sempre vanno a braccetto. Ma è proprio questa la mia esperienza: devo essere forte per poter rimanere compassionevole mentre lavoro in ospedale.
Agli inizi del percorso medico, infermieristico od ostetrico, le persone tendono ad avere un livello di compassione molto più alto rispetto alla media. Ma questo tende a crollare in maniera piuttosto drastica durante gli anni di studio. (1) Può sembrare strano, eppure questo fenomeno si verifica specialmente durante il periodo dei tirocini. Come è possibile? I futuri medici ed infermieri diventano meno compassionevoli quando per la prima volta iniziano a vedere i pazienti. In realtà ricordo che fu così anche per me e per diversi miei compagni di corso.
Alcuni dei motivi possono essere gli esami, lo stress e tutti gli impegni che abbiamo. Ma oltre a questi fattori mancano anche i modelli da seguire, da cui prendere esempio. Durante gli studi, impariamo osservando le persone intorno a noi ed ispirandoci a loro. Ma con la costante pressione a cui i medici sono ogni giorno sottoposti, lavorando in ospedale, non c’è da stupirsi se molti di loro sono diventati piuttosto cinici. Certo, ci sono anche molti medici che sono rimasti incredibilmente compassionevoli, ma è sempre più comune notare alcuni comportamenti piuttosto duri specialmente nei confronti dei pazienti più vulnerabili, anche da parte di medici tendenzialmente ben motivati.
Ma noi come cristiani non siamo chiamati ad essere così. Il nostro Padre Celeste è un Padre compassionevole. (2) Lui ci ha consolati nelle nostre afflizioni affinché anche noi possiamo consolare le altre persone nelle loro. (3) Questo non deve essere un qualcosa che facciamo per guadagnarci il favore di Dio, ma una risposta alla grazia che Lui ci ha donato – non solo ci ha consolati, ma ci ha anche riconciliati con Lui. (4) Essendo stati così grandemente amati, possiamo noi stessi mostrare amore nei confronti di chi ci circonda.
Abbiamo una chiamata molto importante, anche se sappiamo che sarà difficile da seguire. Cosa dobbiamo fare quindi? Per prima cosa, dobbiamo affidarci completamente al Signore. Non riuscirai ad andare controcorrente solo sforzandoti di essere compassionevole. Hai bisogno dell’aiuto del Signore. Rivolgiti quindi a Lui in preghiera, avendo fede che per mezzo del Suo Spirito riceverai le capacità necessarie.
Per seconda cosa, impara a prestare maggiore attenzione a quelli che spesso passano inosservati. I gruppi più vulnerabili sono gli anziani, specialmente quelli con demenza, i bambini nel grembo delle loro madri, e chi soffre di disturbi mentali. La prossima volta che vedrai un paziente con disturbo borderline di personalità, che magari è tornato in ospedale per l’ennesima volta, non essere cinico e non sparlare di lui con i tuoi colleghi, ma trattalo con la stessa compassione con cui tratteresti un qualunque altro paziente. Un terzo consiglio, è di confrontarti con i tuoi colleghi. Prova a vedere se anche loro hanno notato un calo nella compassione nel vostro ambiente di lavoro. A prescindere da ciò in cui uno crede, è semplicemente disumano rispondere senza compassione a situazioni di sofferenza. Come potete supportarvi meglio a vicenda? Dovete forse imparare a gestire e condividere meglio la mole di lavoro e i pesi che portate? Infine, esercitati a trattare le persone come esseri umani. Potrà sembrarti strano, ma la cosa più strana in realtà è riferirsi alle persone chiamandole con i nomi delle loro malattie. Ricorda inoltre che parlare alle famiglie riguardo a un loro parente in fin di vita, non è un compito difficoltoso ma un onore. Non ignorare un paziente che chiede aiuto solo perché sai che soffre di demenza senile, ma assicurati che stia bene. E ricordati, è assolutamente normale che talvolta ci capiti di piangere: questa è la vita, fatta di persone vere con dolori e problemi altrettanto veri.
Questo è un lavoro per il Signore. Certo non sarà facile, ma è una vera gioia poter lavorare per Lui mostrando compassione alle persone più vulnerabili, nel momento in cui ne hanno più bisogno.
Riferimenti
- Alcuni esempi: Newton BW et al. Il cuore si indurisce durante gli studi di Medicina? AcadMed2008;83(3):244-249 e Neumann M et al. Il decline dell’emaptia ed I suoi motivi: una revisione sistematica di studi con specializzandi e student di medicina. Acad Med 2011;86(8):996-1009
- 2 Corinzi 1:3
- 2 Corinzi 1:4
- 2 Corinzi 5:18-21
Articolo scritto da Chris Damant
Traduzione a cura di Giulia Dallagiacoma
Link originale: http://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=26632