“La facoltà di medicina sembra tirare fuori il mio lato competitivo. Mi paragono costantemente con gli altri e cerco sempre di fare meglio di loro. È sbagliato? O è giusto voler glorificare Dio impegnandomi il più duramente possibile e dando sempre il massimo?”
È normale voler preparare bene gli esami e ottenere i voti più alti. Diventa, però, complicato individuare le motivazioni che stanno alla base. Ci sono molte buone ragioni che ci inducono a lavorare sodo: evitare la pigrizia, voler mostrare la gloria di Dio, ottenere i migliori risultati per aver il maggior numero possibile di opportunità di servire il Signore, e via dicendo… Potremmo citare il servo fannullone di Matteo 25:14-30 che ha sconsideratamente nascosto il suo talento sottoterra invece che farlo fruttare.
Ma le nostre motivazioni possono essere sfumate e contrastanti. È così semplice che l’orgoglio possa insinuarsi. Vogliamo fare bene secondo gli standard umani e ci sentiamo così bene quando lo facciamo.
Attento all’invidia. Voler fare meglio degli altri aggiunge un’accezione leggermente diversa. Se voglio fare meglio di qualcun altro allo stesso tempo voglio che nessuno faccia quanto me.
Ricorda la tua identità. Il mondo ci dirà che la nostra identità deriva da ciò che facciamo: sono uno studente di infermieristica, sono un medico, ho una forma fisica perfetta, lei gestisce un rifugio per senzatetto, lei ha preso 30 in quell’esame. Ma non è questo il modo in cui Dio ci considera. La nostra identità come cristiani non si basa su cosa otteniamo ma su chi siamo: tutto ciò che siamo in Cristo.
Non cadere nella trappola dell’identità misurata con i risultati accademici (o di qualunque altro genere); a lungo andare sarai solo deluso. Per esempio, cosa succede a quella identità quando fallisci un esame? O quando non sai la risposta di una domanda fatta nell’ambulatorio di oftalmologia? – Anche se non fallisci neanche un esame e la tua conoscenza clinica è impeccabile queste sono cose temporanee e in definitiva insoddisfacenti.
Potremmo glorificare Dio con i nostri risultati degli esami, ma ricordiamoci che la gloria di Dio è mostrata anche nelle cose deboli di questo mondo. La saggezza umana ti dice che più lavori duramente migliori risultati otterrai. Ma Dio nella sua grazia ha scelto: “…le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate…perché nessuno si vanti di fronte a Dio.” (1 Corinzi 1:28-29)
Ovviamente l’intelligenza e il sapere medico hanno la loro importanza; non sprechiamo l’opportunità di avere un’istruzione all’altezza. Ma stiamo ricercando quelle cose che stanno al di sopra di tutto? È scritto: “…cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra”. (Colossesi 3:1-2)
In pratica, cerca di pensare più alla maniera in cui studi o spendi il tuo tempo e meno ai possibili risultati. Il Signore è interessato al nostro fare “corretto” più che al nostro fare “proficuo”. Ricorda Colossesi 3:23: “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini”
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Articolo scritto da Abigail Randall
Link originale: https://www.cmf.org.uk/resources/publications/content/?context=article&id=26905
Traduzione a cura di Fady Tousa