“Mi hanno fatto guardiana delle vigne; ma io, la mia vigna, non l’ho custodita!” Cantico dei Cantici 1:6
Di tutte le qualità di un buon medico, l’essere facilmente reperibile e disponibile in caso di necessità o difficoltà è tra le più apprezzate, sia dai colleghi sia dai pazienti. Essere nel posto giusto al momento giusto sembra essere il dono speciale di alcuni, così il medico che fa sapere dove cercarlo all’interno o all’esterno dell’ospedale è molto apprezzato sia dal personale del reparto che dalla segreteria.
Nonostante non ci sia alcuna testimonianza che Gesù abbia mai respinto una sincera richiesta di aiuto, Egli ha altresì cercato intenzionalmente isolamento e solitudine per pregare (Luca 5:16), sforzandosi anche di non rendere noto il luogo (Marco 7:24). La disponibilità verso il nostro lavoro o, in caso di emergenza, verso il lavoro degli altri è una cosa, ma la disponibilità ad essere perennemente a completa disposizione verso coloro che non hanno alcun diritto sulla nostra personale relazione con Dio è un’altra.
In molti contesti, in chiesa, è consuetudine affidare ai medici posizioni di guida solo perché medici, dimenticando il fatto che lo stato sociale di “medico” non conferisce automaticamente capacità spirituale. I medici cristiani a volte sono messi “su un piedistallo” a causa della loro influenza professionale; di conseguenza, soffrono l’isolamento di essere considerati “meno bisognosi”. In realtà, tutto il tempo sono intenti a vivere – anche loro – la sterilità di una vita frenetica e non hanno meno bisogno di aiuto e sostegno spirituale – anzi forse sono più bisognosi degli altri. Ciò è particolarmente vero per i giovani medici in formazione che si spostano tra gli ospedali troppo spesso per radicarsi, e che sono già sotto pressione per l’enorme carico di lavoro e l’isolamento. Probabilmente verrà più tardi per loro il momento del coinvolgimento diretto al servizio della comunità cristiana locale, quando il contributo del medico alla vita interculturale e generazionale della chiesa potrebbe essere considerevole.
Nel frattempo, può essere saggio rendere l’ospedale la principale sfera di servizio, scegliere una chiesa che sia di nutrimento spirituale e trascorrere il tempo libero con amicizie sane ed edificanti. Pertanto, le entrate e le uscite saranno bilanciate e il medico cristiano diventerà un canale continuo piuttosto che un serbatoio in costante diminuzione della grazia di Dio. Dio ci chiede di essere prima di fare, di tornare prima di andare e di ricevere prima di dare.
Signore, dammi la saggezza per decidere
quando rispondere alla richiesta di aiuto altrui,
e quando rifiutare in modo da poter coltivare la “mia vigna”.
Letture consigliate: Isaia 5:1-7; Efesini 1:1-14, 2:4-10
https://www.cmf.org.uk/doctors/devotion/?id=devotion&day=19&month=9
Traduzione a cura di Daniele Noviello